20 junio 2022

Si attendono crisi isteriche


Bartolo Collo - electomagazine.it - 20/06/2022

Ah, come siamo provinciali noi Italiani!

Se qui da noi uno scrittore avesse deciso di raccontare in un romanzo le gesta della Decima Flottiglia MAS nel corso della Seconda Guerra Mondiale, sarebbe stato ostracizzato dalle principali case editrici e, nella migliore delle ipotesi, avrebbe trovato spazio soltanto presso un piccolo editore desideroso di suscitare qualche polemica per farsi un po’ di pubblicità a buon mercato.

Ma se a scrivere un libro di questo tipo è un autore noto e affermato come Arturo Pérez-Reverte, che italiano non è, visto che è nato in Spagna a Cartagena, le cose possono anche cambiare. Intanto può succedere che il nuovo lavoro dell’autore de 'Il Club Dumas' schizzi in testa alle classifiche di vendita prima ancora di uscire nelle librerie e di essere disponibile negli store on line. Stiamo parlando de 'L’italiano' (Rizzoli, pp. 416, €20,00) che comparirà sugli scaffali solo il 21 giugno, giorno del Solstizio d’estate.

La vicenda si svolge nel 1942, prima, cioè, che la Decima diventi uno dei reparti superstiti del Regio Esercito che aderirà alla Repubblica Sociale Italiana. Ma ciò importerà poco agli antifascisti in servizio permanente effettivo che, c’è da crederlo, prima o poi si scaglieranno con polemiche feroci contro l’uscita del libro. Una facile previsione che ha spinto Bruno Arpaia, il traduttore italiano di Pérez-Reverte, a scrivere una bella recensione uscita su TuttoLibri di sabato scorso. Una presentazione che, fin dall’occhiello, avverte l’autore a prepararsi alle polemiche che si scateneranno.

Nel ciclo di romanzi che avevano come protagonista Lorenzo Falcó, un agente segreto spietato e senza scrupoli al servizio di Francisco Franco durante la Guerra Civile Spagnola, l’autore aveva deciso di raccontare le sue storie mettendosi da quella che qui da noi è considerata, a prescindere, la “parte sbagliata”. E poco importa se Pérez-Reverte sia soprattutto interessato a costruire intrecci di tipo spionistico, piuttosto che storico, con una visuale diversa da quella usata da tutti, o quasi, i suoi colleghi. Ma finché si parlava della Spagna, ed era uno spagnolo a farlo, anche i fascisti non sembravano poi così cattivi. D’altra parte nella stragrande maggioranza dei film e dei libri ambientati tra gli anni Venti e gli anni Quaranta i “fascisti cattivi” erano solo tedeschi (per gli Americani, produttori in gran parte di questi film e libri, non esiste distinzione tra Nazisti e Fascisti: per loro sono tutti “Fascists”) o italiani. Qualche volta francesi (si pensi a 'Casablanca' di Michael Curtiz, film del 1942 che, se non fosse stato per Woody Allen, oggi non ricorderebbe più nessuno); ma spagnoli mai o quasi mai.

Ora, invece, i “fascisti buoni” sono italiani! E si comportano da eroi in una guerra che non sperano certo di vincere. Sono soldati che compiono il loro dovere e che, dopo l’8 settembre, prenderanno decisioni opposte, ma non incoerenti con il giuramento di fedeltà alla Patria che avevano pronunciato al momento di arruolarsi.

Da tempo Pérez-Reverte voleva scrivere questo libro, più volte annunciato nel corso degli anni scorsi. E tra poco anche noi avremo la possibilità di leggerlo dopo averlo atteso a lungo. E, ne siamo certi, non ne resteremo delusi.

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