16 marzo 2024

Pérez-Reverte en el Festival de Pordenone

"È cambiata la narrazione sulla guerra, non la guerra"

Lara Zani - rainews.it - 16/03/2024

Dice di essere "ciò che la guerra ha fatto di lui". Quella guerra che è, nella sua concezione, "condizione normale dell'uomo". Per Arturo Pérez-Reverte, scrittore e giornalista spagnolo, protagonista della 30ma edizione del festival Dedica, organizzato a Pordenone dall'associazione culturale Thesis, nulla è cambiato nel corso dei millenni: anche se l'Occidente aveva per decenni creduto di aver allontanato da sè i conflitti, l'uomo continua a risolvere i problemi con la violenza e con la legge del più forte. E periodicamente si risveglia, come il Vesuvio sui cui fianchi continuiamo a costruire.

"La guerra è sempre la stessa, da Troia fino a Kiev. E' sempre la stessa guerra. Non c'è più il cavallo di Troia ma i droni. E in guerra ci sono uomini normali che fanno cose  normali. La guerra è una condizione naturale. La guerra mi ha insegnato a guardare gli esseri umani. Noi viviamo in un mondo fatto di cotone, molto morbido, ma quando irrompe la guerra vediamo l'uomo per quello che è".

Quello che è cambiato, piuttosto, è il modo di raccontare la guerra, come sa lui, che da circa trent'anni ha abbandonato il mestiere di corrispondente di guerra per dedicarsi alla narrativa: "Noi, io, eravamo dei cacciatori di notizie. Oggi una notizia può essere trasmessa e messa in rete da chiunque. E' cambiata tanto la narrazione della guerra".

Nel suo primo appuntamento a Pordenone, prima dell'inaugurazione ufficiale della rassegna al Teatro Verdi, introdotto dal curatore Claudio Cattaruzza, Perez-Reverte ha parlato della sua lunga e appassionata storia d'amore con l'Italia, "l'unico Paese nel quale mi sento felice quando viaggio" e di una letteratura che, al contrario della narrazione, così com'è non ha futuro: "Se avessi vent'anni mi dedicherei ai supporti narrativi del futuro".

https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2024/03/arturo-perez-reverte-e-cambiata-la-narrazione-sulla-guerra-non-la-guerra-20cc31e0-e7eb-478e-8341-7f00dd9861c7.html

«Ho voluto vivere, prima di scrivere»

Gabriele Giuga - ilpiccolo.gelocal.it - 16/03/2024

Bagno di folla al Teatro Verdi per lo scrittore spagnolo a lungo reporter di guerra. «Ho incontrato donne che mi invidiereste». Dal Comune il Sigillo della città

https://ilpiccolo.gelocal.it/cultura-e-spettacoli/2024/03/16/news/arturo_perez-reverte_festival_dedica_pordenone_vivere_prima_di_scrivere-14152119/

A Dedica lo sguardo sul mondo di Pérez-Reverte

"Sono onorato dell’omaggio che rappresenta essere il protagonista di Dedica, e se "sopravvivo" all’intensa settimana che mi attende lo ricorderò tutta la vita". È il saluto tra lo scherzoso e il commosso di Arturo Pérez-Reverte, protagonista a Pordenone della trentesima edizione del festival, organizzato dall’associazione culturale Thesis e al via sabato 16 marzo con un vero e proprio bagno di folla.

Un incontro intenso grazie a un teatro comunale pieno -"in Spagna sarebbe impensabile", confida dietro le quinte- e alla consegna del sigillo della città. Il vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Pordenone, Alberto Parigi, plaude alla "scelta intelligente" di Dedica, per lo "sguardo realistico, ma non cinico" di Arturo Pérez-Reverte. Uno sguardo che si condensa in un’immagine di fatto molto efficace.

"Viviamo, tutti, i minuti prima dell’esecuzione –afferma lo scrittore–. Si tratta soltanto di scegliere come trascorrerli". Drastica, indiscutibile, realistica, è questa la visione del mondo che la guerra ha insegnato ad Arturo Pérez-Reverte, reporter di guerra prima, passato alla scrittura quando "nel corso della guerra dei Balcani –racconta nella conferenza stampa che anticipa l’incontro con il pubblico– mi sono reso conto che il giornalismo di guerra, come lo avevo vissuto io, era ormai finito", e autore dall’enorme successo.

Narratore spagnolo dalla scrittura cruda, diretta, immediata e allo stesso tempo ricca e complessa, affascina per la sua indiscutibile capacità di descrivere l’umanità, il bene e il male soprattutto di cui è fatta, con assoluta naturalezza, anche ad ascoltarlo raccontare di torturatori, stupri, devastazioni, tutto ciò di cui si compone una guerra, emerge più che la drammaticità, l’innata predisposizione al male dell’uomo.

"La guerra è uno stato naturale –osserva– è che in Occidente credevamo stupidamente fosse qualcosa di strano che avviene, emarginato dalle nostre vite, ma quando guardiamo al passato ci rendiamo conto che da Troia a oggi è cambiata solo la tecnica, gli strumenti, i droni al posto del cavallo, il meccanismo però è lo stesso: l’uomo è un animale pericoloso che affronta e risolve i suoi problemi con violenza, con la legge del più forte. Quello che accade in Ucraina ora è naturale, non lo è, invece, parlarne in un contesto letterario e in termini civili come facciamo noi (e deve essere così, ci mancherebbe) perché l’umanità non vive nel dialogo. E siccome non leggiamo più, abbiamo perso la capacità di interpretare il presente alla luce del passato". Un male che va conosciuto perché lo si capisca prima che arrivi, non evitato. "Parlare con un uomo del male è più interessante del dialogo con una brava persona. Una volta, in Angola, ho intervistato un torturatore mercenario portoghese. Sentivo le urla delle sue torture, poi siamo andati a bere una birra. So che non sarebbe normale, ma ho imparato sulla vita e sulla morte più in quell’incontro che leggendo molti libri. Non ascoltare la malvagità non ci esclude dal subirla".

La guerra, la storia, il mare, i libri, le donne, eroi, trafficanti, sono alcuni dei temi dell’imponente produzione di Arturo Pérez-Reverte, insignito dalla Corona spagnola al merito navale, Cavaliere di Francia dell’Ordine delle Arti e delle lettere. "A differenza del mio amico Javier Marías, che voleva sin da piccolo scrivere la vita, io volevo prima viverla, incarnare i personaggi di cui leggevo". Meticoloso, curioso, appassionato, scrive 'L’italiano' come omaggio a un Paese che ama più degli altri. "La mia storia d’amore con Italia è lunga e appassionata, intanto perché sono mediterraneo e quando vengo qui mi sento a casa, è la mia memoria, il mio sangue".

Non ha dubbi sul futuro della letteratura. "Ormai finita, ha un futuro invece la narrazione perché l’essere umano avrà sempre bisogno di narrazione, magari con altri supporti narrativi". Né ha dubbi sulla superiorità delle donne: "Ho visto la loro fierezza, la solitudine, la paura, l’amarezza, il sentirsi in pericolo, la paura della morte. Non c’è animale più pericoloso di una donna ferita o creatura più fedele di una donna innamorata. Sa colpire e distruggere con efficacia, e se ama protegge in modo assoluto. La frase più bella che un uomo può sentirsi dire non è “ti amo”, ma “dormi, adesso veglio io”".

Pubblico rapito, inevitabilmente, chiudono con emozione l’avvio di Dedica 2024 ad Arturo Pérez-Reverte, e si danno appuntamento per l’intensa settimana che li aspetta, tutti, protagonista compreso.

https://messaggeroveneto.gelocal.it/cultura-e-spettacoli/2024/03/17/news/a_dedica_lo_sguardo_sul_mondo_di_perez-reverte-14152126/

Pérez-Reverte, Occidente si era scordato che guerra è naturale

ansa.it - 17/03/2024

"La guerra è uno stato naturale, solo che in Occidente credevamo, stupidamente, fosse qualcosa di strano, che viene emarginato dalle nostre vite. Ma quando guardiamo al passato ci rendiamo conto che da Troia a oggi è cambiata solo la tecnica, il meccanismo però è lo stesso: l'uomo è un animale pericoloso che affronta e risolve i suoi problemi con violenza, con la legge del più forte".

E' lapidario lo scrittore e giornalista spagnolo Arturo Pérez-Reverte, protagonista del 30/o festival Dedica. "Il peccato dell'Occidente è essersene dimenticato, o, peggio, che vogliamo dimenticarlo. Dimentichiamo che l'essere umano ogni tanto si "risveglia" (come il Vesuvio sul quale continuano a costruire dimenticando che è un vulcano) e ritorna a essere l'animale pericoloso che è sempre stato, che lo faccia con un cavallo di legno o con i droni". Inevitabile il riferimento all'Ucraina: "Quello che accade lì ora è naturale, non lo è, invece, parlarne in termini civili come facciamo noi (e deve essere così, ci mancherebbe) perché l'umanità non vive così. Siccome non leggiamo più libri abbiamo dimenticato, perduto la capacità di interpretare il presente alla luce del passato". Dunque, "il problema per l'Europa non è la guerra in Ucraina ma il fatto che abbia dimenticato che la guerra in Ucraina è una costante nella storia dell' umanità. Il vero problema è la mancanza di memoria. I libri aiuterebbero a ricordare, a riconoscere ma siccome non leggiamo più siamo 'orfani' dei vari Putin, Trump, degli ayatollah".

Pérez-Reverte si è soffermato anche sul ruolo della letteratura, un ambito che "non ha nessun futuro, ma ha un futuro la narrazione perché l'essere umano avrà sempre bisogno di narrazione come avviene sin da quando si riuniva attorno al fuoco". Però, "il libro è condannato a morte: non è un dramma, sono pessimista ma non drammatico, perché è un fatto storico. Naturalmente ci sarà gente che manterrà viva la fede ai libri a lungo, ma il pubblico che ha bisogno di sentirsi narrare storie non le cercherà nei libri. Non so quanto ci vorrà: venti, trenta, quaranta anni, io non sarò più qui per vederlo, ma non è importante. Se leggiamo il teatro greco o latino capiamo che era già tutto lì. Iliade, Odissea, Eneide e poi Dante, Shakespeare, Cervantes, Calvino: quello che hanno fatto i grandi è già tutto lì, adattato al contesto storico esistenziale". "I grandi libri dell'umanità rimarranno sempre rimarranno ma il supporto sarà diverso, saranno film, videogiochi, serie tv, realtà virtuale, ma è una questione temporanea e secondaria, perché i narratori ci saranno sempre, cambieranno i supporti narrativi".

https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2024/03/17/perez-reverte-occidente-si-era-scordato-che-guerra-e-naturale_d43030f8-a236-499c-9df4-0a31e8ee91b3.html

Dedica, Arturo Pérez-Reverte incontra i lettori al Paff!

pordenonetoday.it - 17/03/2024

Prosegue la nuova edizione di Dedica. Il festival, che quest'anno festeggia i trent'anni dalla sua fondazione con il supporto prezioso dell’associazione culturale Thesis, sta ospitando a Pordenone lo scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte, protagonista di una rassegna che spazia dalla letteratura al fumetto. Quest'ultima è protagonista della seconda giornata che si è tenuta oggi, 17 marzo, al Paff!. Per l'occasione è stata inaugurata la mostra dedicata alla figura del Capitano Alatriste, nata proprio dalla penna di  Pérez-Reverte. Insieme al protagonista della rassegna c'era anche Joan Mundet, fumettista, pittore e illustratore spagnolo pluripremiato grazie a dei volumi che sono diventati "best sellers". 

La mostra, che rimarrà aperta fino al 14 aprile, porta la firma delle due principali realtà culturali di Pordenone: Thesis e Paff! Il presidente del Paff! Marco Dabbà e il curatore di Dedica Claudio Cattaruzza hanno sottolineato l'importanza della collaborazione per accrescere l'offerta culturale della città. La mostrata è stata poi presentata dal curatore Angelo Bertani che si è focalizzato sulle qualità di Pérez-Reverte. Il romanzo storico viene descritto come un’opera con una visione lucida e di stretta attualità. Allo stesso tempo si è concentrato sul lavoro di Mundet. Un artista capace non solo di tradurre il libro in un altro linguaggio ma di darne una vera e propria interpretazione che testimonia come l’arte molto spesso nasca dall’arte. «Alatriste è un personaggio tormentato –ha aggiunto l’illustratore spagnolo– che vive storie quasi “oscure” e il miglior modo di rappresentarlo erano immagini che ricordassero incisioni antiche e permettessero drammatizzazioni in bianco e nero».

Pérez-Reverte e Mundet hanno anche raccontato al pubblico come con il passare del tempo il loro rapporto artistico si è alimentato, fra scambi di bozzetti, note e opinioni e Mundet ha dichiarato come il compito di un illustratore sia quello di completare quanto detto dall’ autore «con una visione in più, una pennellata, una fantasia. Alatriste è un personaggio tormentato che vive storie quasi “oscure” e il miglior modo di rappresentarlo erano immagini che ricordassero incisioni antiche e permettessero drammatizzazioni in bianco e nero». Sul fatto che molti identifichino Alatriste nel suo autore, Pérez-Reverte ha dichiarato: «Non sono io, ma lui vede come vedo io, non si fa illusioni, sa che la battaglia è perduta ma combatte con dignità».

https://www.pordenonetoday.it/attualita/dedica-arturo-perez-reverte-paff-17-marzo-2024.html

Pérez-Reverte fra fumetto e la tragedia dei Balcani

Lara Boccalon - rainews.it - 18/03/2024

A Pordenone ieri (domenica, 17 marzo 2024) seconda giornata di Dedica, ancora tanto pubblico per Arturo Pérez-Reverte: l'autore del festival, che prosegue sino a sabato, ieri è stato declinato in fumetto e teatro. Il celebre romanzo storico 'Capitano Alatriste' nato dalla fantasia di Pérez-Reverte letto con gli occhi del fumettista Joan Mundet. La stessa avventura letteraria raccontata al lettore in un modo diverso, il risultato è in mostra al Paff! di Pordenone fino al 14 aprile, uno dei 12 appuntamenti del Festival Dedica per entrare nelle pieghe della scrittura del suo 30mo autore ospite scelto come dedicatario.

Dalle tavole illustrare esposte al Palazzo del fumetto all'incontro con il pubblico seguito all'inaugurazione della mostra co-prodotta dal festival, resta efficace ed arricchente il dialogo tra il disegnatore pluripremiato e il padre di Alatriste, personaggio tormentato che vive storie quasi oscure, ma "Alatriste non sono io –dice Pèrez-Reverte–. Lui però vede come vedo io, non si fa illusioni, sa che la battaglia è perduta ma combatte con dignità”.

Trasposto invece a teatro sul palco del Convento di San Francesco sempre nella seconda giornata di Dedica il romanzo autobiografico 'Territorio Comanche', con cui Pérez-Reverte racconta la guerra nei Balcani e dà l'addio alla sua professione di reporter di guerra, esercitata per più di vent'anni in tutti i punti caldi del mondo prima di dedicarsi definitivamente ad una fortunata attività di scrittore. Lavoro adattato e portato in scena dall'attore Fausto Russo Alesi, che ha condotto il pubblico fra le pagine che riportano a quei terribili giorni e in quell'orrore, lo stesso di tutte le guerre, dal quale emerge il profondo senso di pessimismo che pervade la visione della vita di Perez-Reverte, secondo il quale "la guerra è connaturata nell’essere umano”, un vero e proprio testamento spirituale che richiama il carattere drammatico e universale e soprattutto l'inutilità di ogni conflitto.

Oggi l’impegno dell’autore è con il mondo della scuola. Il convento di San Francesco ospiterà un incontro riservato ai ragazzi delle superiori e le premiazioni del concorso "Parole e immagini per Arturo Pérez-Reverte".

https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2024/03/perez-reverte-fra-fumetto-e-la-tragedia-dei-balcani-capitan-alatriste-territorio-comanche-ex-jugoslavia-fausto-russo-alesi--03f41600-e610-47bb-a8e6-81ffab472970.html

Dedica, premiati gli studenti del concorso "Parole e immagini per Arturo Pérez-Reverte"

pordenonetoday.it - 18/03/2024

Si è tenuto oggi, 18 marzo, a Pordenone uno dei momenti più sentiti del festival Dedica. Nel pomeriggio si è svolto nel convento di San Francesco l’incontro esclusivo tra Arturo Pérez Reverte (protagonista della 30ma edizione della rassegna dell'associazione Thesis) e un centinaio di studenti delle scuole superiori di Pordenone e provincia. Gli alunni presenti sono intervenuti in rappresentanza dei 696 ragazzi di sette istituti (i licei Leopardi-Majorana e Grigoletti di Pordenone, Le Filandiere e Sarpi di San Vito al Tagliamento, il Puiati di Sacile e l’Istituto Torricelli di Maniago) che hanno preso parte al concorso “Parole e immagini per Arturo Pérez-Reverte”. Un'occasione per approfondire la poetica dell’autore con recensioni, opere visive e multimediali, per un totale di 125 elaborati ispirati ai suoi libri. 

«Siete giovani –ha dichiarato Pérez Reverte rivolgendosi ai ragazzi in sala– e forse non vi siete ancora resi conto che non è simpatico il territorio in cui vivete. É ostile, pericoloso, popolato da malvagi e da un’immensa quantità di stupidi. Ma in questo territorio dovete vivere per il resto della vostra vita e quindi dovete sapere identificare chi sono i malvagi e chi gli stupidi, per sopravvivere. E c’è un solo modo per capirlo: la cultura, quindi i libri, il cinema, la conoscenza, una buona televisione, ascoltare gli anziani come me, seppure noiosi, con rughe, cicatrici e senza capelli. Le risposte le troverete nella saggezza accumulata nei millenni... Oggi avete gli smartphone e lì ci sono 3 mila anni di cultura e sapienza:  imparate a utilizzarli come arma di difesa».

L’incontro è stato condotto da Daniela Gasparotto, che con la collaborazione di Annamaria Coviello e il coordinamento di Annamaria Manfredelli che si occupa dei progetti di Dedica per la scuola. Per quanto riguarda il biennio, nella sezione scrittura sono stati premiati per il liceo Leopardi Majorana di Pordenone Angelica Foscari Widmann Rezzonico, classe 2.Dc, ex aequo con Chiara Poletto, classe 1. ASci del liceo scientifico Grigoletti di Pordenone. Nella sezione linguaggio multimediale, per il Grigoletti Francesco Zuccarelli classe 1. Asca, che ha realizzato un booktrailer insieme al fratello Alessandro (3. Bia dell’Istituto Kennedy di Pordenone). Per il triennio, nella sezione scrittura, per il liceo Le Filandiere di San Vito al Tagliamento Martina Luna Albarado, classe 3. I, sempre per Le Filandiere Martina Trevisan, classe 4. BSci ed Emma Piaia, classe 5. BLin; per il linguaggio visivo Giada Falcomer e Klarissa Sefa, classe 3.A, ex aequo con Davide Giroldo, classe 3.E del Galvani di Cordenons. Ha ricevuto infine una segnalazione Alissia Matei, classe 3. E del Galvani.

https://www.pordenonetoday.it/attualita/dedica-premiati-studenti-concorso-arturo-perez-reverte-18-marzo-2024.html

Chiude con successo la 30/a edizione di Dedica, a Pordenone

ansa.it - 24/03/2024

Eventi sold-out, 8mila presenze complessive, 300 mila accessi ai social del festival, 800 mila persone raggiunte nel mondo dai contenuti condivisi in diretta. Sono i numeri della 30/a edizione di Dedica, il festival culturale di Pordenone curato da Claudio Cattaruzza il cui ospite d'onore è stato quest'anno lo scrittore spagnolo Arturo Perez-Reverte.

La rassegna si è chiusa ieri sera, e lo scrittore, prima di rientrare a Madrid, ha sottolineato "il calore umano, la simpatia, la dedizione, l'amore per la letteratura, il rispetto per l'autore che Dedica" gli ha dimostrato: "Una settimana sentendomi circondato da un gruppo amici. Uno scrittore lavora in solitudine, mette il messaggio nella bottiglia che lancia in mare senza sapere a quale sponde approderà: in luoghi come questo si conoscono le mani, amiche, in cui è arrivato".

Pérez-Reverte in questa settimana è stato anche a Udine, a Cà Foscari di Venezia e Alpen Adria di Klagenfurt, oltre che agli incontri con i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado di Pordenone e provincia, coinvolti in vari modi nel percorso Dedica scuola. "Quando dicono che i giovani non leggono non è vero, è un falso mito, forse leggono un po' meno, forse sono altri i meccanismi che li attirano di più, ma continuano a voler ascoltare storie e dai giovani che ho incontrato a Dedica ho avuto la risposta. Che è la risposta di cui ha bisogno un autore, soprattutto quando i ragazzi si avvicinano per sapere cosa c'è dietro i libri".

https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2024/03/24/chiude-con-successo-la-30a-edizione-di-dedica-a-pordenone_ab9c9277-e23f-42a0-855d-8066f9ad4976.html

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