20 marzo 2024

La linea di fuoco in Spagna: così Perez-Reverte racconta il fanatismo delle guerre

Mario Brandolin - mesaggeroveneto.gelocal.it - 20/03/2024

La 'Linea di fuoco' che da il titolo all’ultimo libro di Arturo Pérez-Reverte pubblicato in Italia da Rizzoli e che sarà presentato in prima nazionale oggi, mercoledì 20, alle 20.45 nella Chiesa di San Francesco a Pordenone nell’ambito del Festival Dedica in un colloquio tra l’autore e la docente di lingua spagnola Elena Liverani, la linea del fuoco dunque è quella che scorreva lungo il fiume Ebro dove ebbe luogo la più sanguinosa e risolutiva battaglia della guerra civile spagnola (1936-1939). E che lo scrittore racconta con la riconosciuta maestria e del reporter di guerra scrupoloso e disincantato e del romanziere ispirato e inventivo, mostrando una volta di più l’orrore della guerra e la sua insensatezza.

Siamo nella notte tra il 24 e il 25 luglio del 1938 e la XIma Brigata dell’esercito repubblicano attraversa il fiume nell’intento di scalzare le posizioni franchiste nel nord est della penisola iberica. Azione che Perez-Reverte ambienta in una sola località, immaginaria, Castellets del Segre, attorno alla quale condensa temporalmente in dieci giorni di scontri furibondi la battaglia dell’Ebro che invece nella realtà si consumò in più di tre mesi e in un raggio d’azione di oltre 100 chilometri. E in cui per 115 giorni i due eserciti si fronteggiarono in uno scontro logorantissimo di trincee, di case e villaggi distrutti dalle bombe che piovevano dal cielo, e nel quale morirono più di ventimila soldati, segnando una vittoria decisiva per i fascismi di tutta Europa.

Il romanzo fotografa quei dieci giorni di combattimenti all’ultimo sangue, le ansie, le paure, gli eroismi, le azioni truci e violente, ma anche quelle in cui ad avere invece la meglio è l’umanità di uomini e di combattenti che da entrambi le parti affrontano un conflitto di cui spesso non avvertono più l’urgenza o la necessità, sopraffatti spesso da dubbi, rimorsi, nostalgie e dagli orrori cui assistono o di cui sono protagonisti.

Come in un racconto cinematografico, la narrazione si svolge incalzante ora nel campo franchista ora in quello repubblicano. Una narrazione che è stata definita 'L’Iliade' del ventesimo secolo, o una 'Guernica' in lettere, un affresco composito palpitante di umanità e disumanità. Sono uomini e donne, alcuni anche realmente esistiti di cui l’autore nell’epilogo racconta il prosieguo della vita dopo la guerra civile: giovani e meno giovani, poveri contadini analfabeti e borghesi, non tutti pienamente consapevoli o spinti da grandi ideali, che si affrontano in attacchi e contrattacchi senza sosta, in una lotta senza esclusione di colpi, strada per strada, casa per casa per la conquista di una collinetta o di un pezzo di villaggio.

In “una guerra civile che non è, come pensi all’inizio, la lotta del bene contro il male, così un militante repubblicano, ma soltanto l’orrore contro un altro orrore” il cui brutto è “che senti il nemico chiamare la madre nella tua stessa lingua”, lo sguardo di Peréz-Reverte è una sguardo quasi anatomico, neutrale, mai dichiaratamente critico verso l’uno o l’altro, non prende posizione: i protagonisti di entrambi gli schieramenti sono al tempo stesso vittime delle loro ideologie, delle loro passioni politiche e delle meschinerie di chi codardo li comanda, spesso di cieca e ottusa intransigenza (e la guerra di Spagna di pagine simili fatte di contrasti violenti e giustizie sommarie tra appartenenti allo stesso gruppo ne ha segnate tantissime), e al tempo stesso carnefici, capaci brutalità come di improvvisi atti di solidarietà e di pietà.

Questo in un primo momento può spiazzare il lettore, magari abituato a letture più partigiane di pagine di storia importanti come la guerra civile spagnola, ma grazie a una scrittura di limpida e stringente naturalezza, travolgente e mozzafiato brillantemente tradotta da Bruno Arpaia, la tensione anche razionale oltre che emotiva che investe il lettore ne sposta l’attenzione sull’essere uomini di quei combattenti, sulle loro inevitabili contraddizioni, per schierarsi apertamente contro il fanatismo ideologico, le sue tremende derive e l’assurdità della guerra in sé.

Un grande romanzo, la cui attualità è rispecchiata, purtroppo, nelle guerre che ancora insanguinano il nostro mondo.

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